Ha fatto il loro debutto ufficiale da pochi giorni, ma si è fatta subito notare. Con una linea grafica accattivante e una selezione di titoli sorprendenti, 451 si è presentata senza reticenze e con tanta ambizione come una nuova realtà editoriale di genere in Italia.

Incuriosita dalla loro proposta, ho chiesto al direttore editoriale e responsabile del progetto Giorgio Gianotto di fare quattro chiacchiere per saperne di più, sottoponendolo a un autentico fuoco di fila da cui ho ricavato risposte molto interessanti e un paio di anteprime: la novelization di Death Stranding e l’arrivo di firme italiane nel loro catalogo dei prossimi mesi.

L’impressione è che 451 abbia tutte le carte (fantascientifiche) in regola per diventare un punto di riferimento in Italia. Ecco perché.

451

Cominciamo dal nome: 451, quattro, cinque, uno. Già da questo riferimento al Ray Bradbury di Fahrenheit 451 si sente profumo di science fiction. Una scelta forte, in un mercato in cui anche gli editori che trattano prettamente SFF tentano di rifuggire l’associazione diretta alla letteratura di genere. Voi invece non sembrate rifuggire l’etichetta fantascientifica.

Al di là delle etichette, è un buon momento, per il genere in sé: lo dimostrano i palinsesti delle piattaforme televisive, molta produzione cinematografica degli ultimi anni e soprattutto l’attenzione del pubblico. Tutto questo ci ha spinto a dirci che si poteva portare tutto ciò anche in libreria, dove spesso – per altro – tutto prendeva vita, dato che molte di quelle serie e di quei film avevano la loro origine in libri e fumetti.

Edizioni BD presenta sé stessa con lo slogan “Fumetti. Comics. Rock.” Ci racconti un po’ come è maturata l’idea di aggiungere Fantascienza con 451, in un momento particolare come il 2021 post pandemico?

Edizioni BD è un editore che da sempre ha la fantascienza nel suo DNA, nei fumetti e nei manga, attraverso il brand J-POP: nei libri è stata declinata la musica, per esempio (rigorosamente rock!) ma non solo, ed è quindi un ritorno a un linguaggio noto, che fa parte della curiosità di un editore che da sempre è abituato a sondare immaginari. Questi libri nascono da quello sguardo, da quel costante interesse per le novità.



Raccontaci un po’ del team di 451: da quante persone è composto?

451 ha la fortuna di essere generato dalla somma delle competenze, degli sguardi e della capacità di comunicazione di un team come quello di BD che da anni si occupa di immaginari diversi. Ognuno ha dato e dà il suo contributo, in modo indipendente dai ruoli, ed è una cosa di cui verifichiamo ogni giorno il valore. Questo scouting allargato è la base di una selezione di titoli ispirata da una curiosità che è di per sé collettiva, dialogata e non individuale. E di una veste grafica e di una comunicazione non usuale. Nell’ambito delle attività dell’editore siamo riusciti a ritagliare alcune figure dedicate: due persone in redazione, un ufficio stampa e un social media manager che si occupano soltanto di 451.

Qualche domanda veloce per sapere cosa aspettarci da 451: come sono organizzate le uscite? Sono divise su collane? Quanti volumi pensate di proporre annualmente?

451 è una label di Edizioni BD, sostanzialmente quindi è una collana in sé. Partiamo con una decina di titoli nel 2021 con l’intenzione di raddoppiarli nel corso prossimo anno, e speriamo di poter spingere sul territorio della sorpresa. Aspiriamo a un calendario editoriale mosso, vivace e in grado di unire al recupero di autori e titoli storici le migliori voci della contemporaneità, con una grande attenzione alla commistione e alla contaminazione. Molto di tante cose, insomma, poca solo di ortodossia.


Tra i primi titoli che avete annunciato ci sono autori che non passano inosservati come Alan Moore e Hideo Kojima, ma anche scelte meno note (e scontate) come Sheila Williams e Nick Harkaway. Qual è il fil rouge della linea editoriale di 451?

Puntiamo a disegnare l’idea che ci sia una vera e propria necessità di una letteratura, di una narrativa fantastica: Moore ne rappresenta l’aspetto storico, venato della sua particolare visione culturale e politica. Kojima, un grande, forse il più grande creatore di immaginari del ventesimo secolo, ci porta in una ulteriore e importante forma di narrazione, il videogame, raccontandoci come proprio i libri e la lettura siano stati da sempre base del suo lavoro. E sotto il marchio BD pubblicheremo, sempre di Kojima, anche la novelizatiion di Death Stranding. Nick Harkaway ci propone, attraverso una storia venata di fantascienza che parla dell’assurdità della guerra, un altro valore possibile del genere, quello sociale, mentre Sheila Williams, raccogliendo alcune fra le migliori voci della fantascienza contemporanea, come Nancy Kress, ci porta a chiederci quale sia e sarà l’influenza delle tecnologie sulle nostre vite emotive. Il filo rosso è l’uomo, da sempre è l’elemento centrale di ogni narrazione. La fantascienza è solo una forma diversa di indagine.

Dalla nascita dell’etichetta Oscar Vault in casa Mondadori in Italia il comparto SFF conosce un nuovo slancio, soprattutto per quanto riguarda la narrativa fantasy e il target giovanile. A ben vedere però ad essere attenzionati sono quasi sempre titoli legati al hype del mercato anglofono, a premi come lo Hugo e il Nebula. A cosa farete riferimento per la scelta dei vostri titoli? Rimarrete ancorati alla lingua inglese?

Cerchiamo ovunque! Certo, il mondo anglosassone è quello che da sempre ha prodotto, banalmente, la maggiore quantità di materiale, ma non è certo l’unico. Ci sono culture, quindi lingue, che hanno dimostrato sguardi diversi e interessanti – pensiamo alla nascente fantascienza cinese, per esempio, ma abbiamo anche in lettura un volume che arriva dalla Danimarca. E poi l’italiano, ovviamente.

451 si è fatta notare da subito per la sua presentazione grafica: copertine che puntano sulle illustrazioni, cromie nette e linee pulite con qualche rimando grafico vintage. Come avete elaborato l’aspetto dei vostri volumi? Avete avuto ispirazioni o punti di riferimento particolari?

Veniamo dal mondo dell’immagine disegnata, non potevamo non portare nella nostra grafica elementi che non appartenessero a quel linguaggio. Quindi cromie diverse da quelle che solitamente si vedono in libreria, linee e soggetti che partono da una cultura che ha uno sguardo altro. Le cover di questi primi libri poi sono di Yuko Shimizu, importantissima illustratrice giapponese che però vive da anni a New York, che porta nelle sue illustrazioni un doppio livello di lettura della realtà.

Lo stile grafico e la presentazione sui social le definirei coerenti e uniformi: si vede che c’è molta attenzione nella gestione dei vostri canali. Qual è stato il feedback dei potenziali lettori e nuovi follower?

Per ora davvero ottimo: anzi, ne approfitto per ringraziare le persone che ci hanno accolto con così tanto entusiasmo, così come lo staff che si è occupato della comunicazione. Lanciare un marchio nuovo è sempre un salto nel buio, ed essere accolti in modo così gioioso ci fa molto piacere.



Qualche giorno fa abbiamo visto alcune voci di riferimento del panorama bookstagram mostrare i primi volumi di 451 nelle proprie stories su Instagram. 451 è stata poi presentata in un programma televisivo “tradizionale” come Il sabbatico su RaiNews. Media tradizionali e realtà come booktube e bookstagram vengono spesso presentate come in contrapposizione le une alle altre. Come approcciate questa varietà di possibili canali comunicativi e promozionali?

Da anni assistiamo a una rivoluzione continua della comunicazione: alla crisi dei media tradizionali si è accompagnata la crescita di nuovi canali. Tutti stanno cercando chi di rinnovarsi, chi di consolidarsi, chi di aggiungersi… tutto ciò porta a una certa confusione, forse, ma anche a un mondo in cui l’aspetto multicanale non può che essere l’unico possibile. Anche qui, si stanno elaborando nuove forme di narrazione: per noi, lo scenario perfetto.

L’attenzione alla rappresentazione e alla diversità è diventata un fattore importante anche nel mercato editoriale. Nella scelta dei titoli da proporre avete tenuto in conto anche questa esigenza?

È forse la nostra attenzione principale: se dobbiamo avere un canone vogliamo che sia fatto di curiosità, diversità, molteplicità e attenzione alle novità.

C’è qualche dettaglio del “dietro le quinte”, qualcosa di cui siete particolarmente orgogliosi, di cui vi piacerebbe che i futuri lettori siano consapevoli?

Una piccola cosa, che qui possiamo davvero solo “dire”: toccate i nostri libri. Sono diversi anche lì, al tatto. È una attenzione cui teniamo molto.

Cosa possiamo aspettarci nel futuro di 451?

Entusiasmo, attenzione, ricerca. Continueremo secondo le linee di cui abbiamo discusso – grazie mille dell’occasione, a proposito – e già in autunno crediamo che avrete modo di capire la lucida follia che ci anima.

451



Players è un progetto gratuito.

Se ti piace quello che facciamo, puoi supportarci (o offrirci una birra) comprando musica, giochi, libri e film tramite i link Amazon che trovi negli articoli, senza nessun costo aggiuntivo.

Grazie!
, , , ,
Similar Posts
Latest Posts from Players